giovedì 17 dicembre 2009

serendipity+ varie ed eventuali :)

Salve a tutti sono Leila, mi conoscete già, ho già scritto su questo blog un paio di articoli.
Avevo promesso che vi avrei aggiornati sugli sviluppi del progetto Serendipity e sull'incontro a Bolzano, nella biblioteca dell'ITC Battisti.
È stato tra tutti, l'incontro più "ufficiale" mettiamola così. L'articolo precedente era molto "professionale" e poco personale, quindi molto fuori dalle mie corde.
A Bolzano erano presenti vari giornalisti, tanto che il giorno dopo c'era una nostra foto con tanto di articolo sull'Alto Adige (articolo su cui non mi trovo totalmente d'accordo, ma chi l'ha scritto è un giornalista, mentre io sono una semplice studentessa di quarta superiore, quindi l'unico appunto che faccio a quell'articolo è il fatto che abbiano scambiato il libro che ho presentato io, Notre Dame de Paris del sommo Victor Hugo, con Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen).
Siamo stati critici letterari per un giorno. Beh, no, per più di un giorno, ma a Bolzano siamo stati filmati anche da Rai 3 e hanno passato spezzoni delle nostre presentazione al telegiornale.
Non è cosa da tutti saper analizzare criticamente un libro, senza perdersi il gusto della lettura, il gusto dello "sprofondare" totalmente tra le parole, di percepire gli odori, i suoni, i sapori... di provare sofferenza con i personaggi e vivere le loro gioie. Questo ci capita quando un libro ci prende al tal punto che vorremmo essere amici dell'autore per poter sapere come continua la storia o per sapere come avrebbe agito il nostrop personaggio preferito in una determinata circostanza... quando siamo talmente presi dalla storia da trovarne dei riferimenti nella nostra vita quotidiana... quando ne traiamo spunti per riflessioni personali. Ciò accade nella fattispecie con i classici che, secondo, Italo Calvino sono libri che non hanno mai finito di dire ciò che avevano da dire.
Ho notato che molte presentazioni facevano riferimento al film della storia in questione, tanto che sull'Alto Adige è stato riportato un commento di Alex Grassi che diceva che nel suo caso aveva preferito il film di Jurassic Park, ma che non sempre è così.
Io sono dell'idea che un libro sia in linea generale migliore del film, perché un libro è un film di cui noi stessi siamo i registi.
Leggere un libro è qualcosa di attivo, è la nostra fantasia ad entrare in gioco, a creare delle immagini mentali che ci fanno "vivere" la trama; mentre invece con un film è tutto più passivo, più "comodo", non siamo noi a dover lavorare, ma andiamo avanti con la fantasia altrui, che spesso per vari motivi crea immagini che sono più scarne di quelle che ci creeremmo personalmente leggendo la storia...
Dobbiamo respirare la storia, per renderla in parte anche nostra... è per questo che l'uomo scrive, per raccontare, per raccontarsi...

...Serendipity è trovare qualcosa quando ne stavi cercando un'altra...
io cercavo un libro da leggere e ho trovato una storia da vivere...
Notre Dame de Paris... una cattedrale, delle storie intrecciate, un musical... un cuore che batte... è amore, odio, sesso, ingiustizia, opportunità perse o lasciate sfuggire...
Mi era stato chiesto di fare il riassunto del libro che ho letto e di pubblicarlo sul questo blog, ma non so se ne sono capace.... non so se sono in grado di trasmettere tutte le sensazioni che ho provato leggendolo, di trasmettervi ogni emozione che questo libro è riuscito a regalarmi....
cito due frasi che mi hanno molto colpita...
Abbraccio sinistro¢σѕ'è ℓ αмι¢ιzια?...Abbraccio destro
єѕѕєяє fяαтєℓℓσ є ѕσяєℓℓα,
∂υє αиιмє ¢нє ѕι тσ¢¢αиσ ѕєиzα ¢σиfσи∂єяѕι,
ℓє ∂υє ∂ιтα ∂єℓℓα мαиσ....
Rosa rossaRosa rossa...є ℓ'αмσяє??Rosa rossaRosa rossa
є' єѕѕєяє ∂υє, є иσи єѕѕєяє ¢нє υиα ρєяѕσиα ѕσℓα.
υи υσмσ є υиα ∂σииα ¢нє ѕι fσи∂σиσ ιи υи αиgєℓσ...
...є' ιℓ ¢ιєℓσ...


Per concludere vi do un consiglio...
leggete "Notre Dame", anzi no leggete e basta, non importa cosa, fossero anche gli ingredienti di uno shampoo :)
Lasciate però che un libro come "Notre Dame" riesca a vivere in voi e a parlarvi di una realtà che forse non conoscete, che forse conoscete anche troppo bene, o che forse non conoscerete mai....

Lasciate che "Notre Dame" vi parli di sé, vi parli di una realtà di fine 1400 che è tragicamente vicina alla nostra... vi lascio con una riflessione... se la nostra realtà è così simile a quella di fine 1400 stiamo davvero progredendo tanto come crediamo...?

Leila G.

domenica 6 dicembre 2009

Progetto Serendipity: "Oliver Twist"

Sono Edona, una delle partecipanti al concorso Serendipity e ho scelto di portare il libro "Oliver Twist", scritto da Charles Dickens. Questo è il mio commento al libro che ho proposto anche al concorso.

Quella di Oliver è una storia avvincente e piena di colpi di scena. Inizialmente non sapevo dell' esistenza del libro, ma una sera ho visto il film intitolato “Le avventure di Oliver Twist”. Il film mi ha commosso molto e la storia mi ha incuriosito subito, così, dopo che un'amica mi aveva informato che lei aveva il libro a casa, ho voluto assolutamente leggerlo. Secondo me il libro è molto meglio del film, oltre al fatto che il film non è fedele al libro, i fatti letti mi sono rimasti impressi nella mente molto più delle scene. Leggere il libro aiuta maggiormente a ricordare e a capire veramente una storia, infatti tra i film che ho visto e i libri che ho letto i libri me li ricordo tutti, mentre i film li ricordo solo in parte.Il rapporto che una persona ha con un libro è speciale, perché lo legge quando vuole e quando ha tempo riprende da dove l'ha lasciato. Quando si legge un libro si entra in un altro mondo, dove tutto il resto non esiste e non conta. Per la partecipazione al concorso ho scelto questo libro proprio per il fatto che la storia non racconta solo le vicende di un piccolo orfano, ma mette in evidenza i problemi che si presentavano nella Londra di metà Ottocento. Infatti i problemi come lo sfruttamento minorile, il reclutamento dei bambini per il crimine e le condizioni di degrado della città sono al centro del racconto. Credo che sia molto importante che un libro parli anche di problemi come questi, perché le persone devono sapere quello che che succede loro intorno. Apparentemente questo può sembrare un libro solo per bambini, ma in realtà può essere letto anche da un adulto, visti i temi importanti che vengono trattati. Il libro è ambientato in un'epoca che a noi può sembrare molto lontana, ma che in realtà non lo è affatto. Fortunatamente noi viviamo in Paesi civilizzati, in cui queste cose non accadono molto spesso, o forse tante volte non riusciamo a vederle e a saperle; non serve però andare troppo lontano perché queste cose accadano e si possano vedere tutti i giorni. Io per esempio vengo da un piccolo paese in via di sviluppo nei Balcani, dove queste cose esistono tuttora. Purtroppo non sempre le storie come quella del piccolo Oliver hanno un lieto fine. Infatti nella vita reale le cose non hanno quasi mai un lieto fine, anche se io spero che queste vicende rimangano solo pure storie di fantasia e che non si avverino mai. Secondo me nessuno merita di soffrire così nella vita, per nessun motivo. Oliver è il simbolo dell'innocenza e della purezza che inconsapevolmente combatte da solo contro il male dell'umanità. Anche questa purtroppo è una realtà, l'uomo è malvagio di natura e i “buoni” devono combattere per essere felici ed avere una vita tranquilla e serena. Purtroppo l'uomo può arrivare a fare cose impensabili pur di vivere o per meglio dire sopravvivere. Se uno legge con attenzione e capisce quello che l'autore voleva trasmettere, allora dovrebbe capire che i valori importanti della vita sono la lealtà e la sincerità, ma soprattutto la salute e la famiglia. Una persone può essere povera, senza tante cose, ma se ha qualcuno accanto che le vuole bene allora quella persona è veramente felice e non ha bisogno di nient'altro. Per questo motivo, la storia di Oliver mi ha commosso molto, perché insegna i veri valori della vita, dei quali nessuno può fare a meno per essere una persona onesta e felice, anche se lo scopo della vita non è raggiungere la felicità ma esserne perennemente alla ricerca.Quando ho iniziato a leggere questo libro, non mi aspettavo di trovare argomenti di questo tipo. Io pensavo di leggere solo una banale storia da bambini, invece ho trovato delle cose molto profonde, che non avrei mai immaginato di trovare in un libro del genere. La storia è molto coinvolgente e avvincente, perché presenta molti colpi di scena. I personaggi non vengono presentati tutti subito, ma alcuni entrano a far parte della storia solo dopo la metà del racconto. Una cosa che ho notato dopo è una forma di razzismo che, sicuramente, non mi aspettavo assolutamente. Infatti anche se Oliver è un bambino, è pur sempre un inglese, mentre l'antagonista della storia, il capo della banda è un vecchio ebreo. Anche se inizialmente non avevo pensato a questo particolare, in effetti potrebbe essere inteso come una forma di razzismo.
Per concludere consiglio a tutte le persone di ogni età di leggere questo libro, perché aiuta a valorizzare quello che si ha e insegna che alcuni valori della vita, di cui non possiamo fare a meno, sono fondamentali.

domenica 29 novembre 2009

SeReNdIpItY


PROGETTO SERENDIPITY

Il progetto "Serendipity" è partito l'anno scorso sotto la supervisione della professoressa Ghetti. Gli studenti coinvolti nella scorsa edizione sono stati:

- Alex Grassi , che si è meritatamente guadagnato il secondo posto grazie alla sua presentazione su "Jurassic Park- confronto tra libro, film e colonna sonora"(nella foto è in basso a sinistra);

- Edona Gashi, che ha partecipato con il libro e il film Oliver Twist (tratto appunto dall'omonimo romanzo di Charles Dickens), dal quale ha ricavato interessanti riflessioni attuali (terza nella fila superiore a partire da destra);

- Leila Gambarini, che ha presentato il libro di Victor Hugo "Notre Dame de Paris", ma anche l'omonimo musical con la musica di R. Cocciante e libretto di P. Panella con dei brevi riferimenti al cartone della Disney "Il gobbo di Notre Dame" (quarta a partire da destra nella fila superiore).


Il progetto non si limitava semplicemente alla creazione di contenuti multimediali, ma anche all'elaborazione di riflessioni personali sui libri scelti e sulla casualità tramite la quale i partecipanti avevano "scoperto" i libri che presentavano.

Il progetto, che ripartirà quest'anno, speriamo con la partecipazione anche di altri studenti della nostra scuola, è proseguito anche in queste settimane, in quanto a Vipiteno, presso il Liceo P. Virgilio, sono già stati fatti due incontri per la presentazione dei lavori e ne è inoltre previsto uno anche per il 9 dicembre a Bolzano.

Il primo incontro è stato una sorta di prova generale per noi (ormai già che ci sono mi ci includo) vipitenesi , mentre il secondo, svoltosi pochi giorni fa, il 26 novembre, ci ha permesso di conoscere anche il lavoro svolto da due ragazze di Bolzano, Vicky e Francesca (mi dispiace ma non ne conosco i cognomi), accompagnate dal professor Santuari, che hanno creato un filmato sul libro e sul film "Twilight" scritto da Stephenie Meyer, che è diventato per molti giovani, o per meglio dire per molte ragazze, un cult. Alla loro presentazione è seguito un interessante dibattito sul film e sul libro in questione.

L'incontro è durato all'incirca due ore. I presenti, visti gli scarsi numeri di Vipiteno, sono stati abbastanza, e, da presentatrice, dico forse troppi, dato che non ci aspettavamo una simile affluenza.Siamo stati comunque felici nel vedere anche altri professori presenti.

Colgo l'occasione per ringraziare i presenti per l'attenzione.

Un grazie al professor Santuari, ideatore del progetto;
al preside di Vipiteno per l'opportunità di utilizzare le attrezzature e l'aula magna della scuola;
alla professoressa Ghetti che ci ha coinvolti;
a Luca Scorza che ci ha "messo" il computer;
a Vicky e Francesca per essere venute.

Spero di non aver dimenticato nessuno.

Alex e Edona, se volete aggiungere o togliere qualcosa non avete che da dirlo.

Nel caso che qualcuno fosse interessato a partecipare al progetto si può rivolgere alla prof Ghetti.

Se desiderate informazioni più dettagliate sui libri chiedete ai diretti interessati.

Vi aggiornerò su quanto avverrà a Bolzano, siete comunque tutti invitati.

Per sottolineare l'importanza dei libri cito Bertold Brecht "La dove si bruciano i libri, si bruciano anche gli uomini". Quindi leggete:) perchè i libri fanno parte di noi....


Leila G.




lunedì 25 maggio 2009

DACHAU: LA STORIA NON DEVE RESTARE UN FOGLIO BIANCO!

DACHAU. MONACO. 22 maggio 2009

Ho deciso di vincere la paura da foglio bianco, cioè di esprimere ciò che si pensa, paura abbastanza comune.... Questo non è proprio un foglio quindi è più facile scrivere qui.
Mi piace l'idea di mettere nero su bianco le sensazioni, non di certo piacevoli, provate (da me) a Dachau, il campo di concentramento nei pressi di Monaco.

Dachau. Questo posto sa di morte. Ci sono state migliaia di vittime in quel campo maledetto.
Si entra... Arbeit macht frei... tutti noi sappiamo cosa significa... il lavoro rende liberi... oltre al danno di essere lì anche la beffa di far credere che facevano loro un favore rinchiudendoli.
La depravazione e la perversione che si respirano tra quei muri, in quelle stanze ci fanno sentire la vita di quelle persone, o meglio, la morte di quelle persone...c'è odore di urina, di sudore, di duro lavoro, di sangue, di percosse, di violenza, di paura, di corpi ammucchiati come bestiame, di persone che hanno perso la dignità che è anche peggio di perdere la vita.
L'idea che più raccapriccia è il livello di crudeltà e sadismo che le persone riescono a raggiungere.... persone... per loro "persone" è alquanto fuori luogo... sarebbe meglio definirle bestie, perché è a loro che assomigliano di più...
Non c'è bisogno che vi dica io gli orrori commessi dal nazismo e da Hitler. L'olocausto per milioni di innocenti, l'atroce agonia... l'unica colpa dei prigionieri? L'essere diversi dall'ideale di Hitler.
I gruppi di prigionieri non potevano essere più eterogenei e si nota dai simboli sulle casacche
-la stella gialla a cinque punte: gli ebrei;
-il triangolo rosso: i prigionieri politici;
-il triangolo rosa: gli omosessuali;
-il triangolo viola: i testimoni di Geova;
e ancora molti e molti fra cui portatori di handicap, zingari... di cui però non ricordo il simbolo...
Tutto nel campo puntava a distruggere l'individuo e la sua unicità e faceva pressione sull'appartenenza a un determenato gruppo, logicamente in negativo, in quanto era quello il motivo per erano rinchiusi lì .
La storia non va dimenticata, c'è chi ancora definisce queste atroci sofferenze solo una leggenda. È per questo che non dobbiamo permettere che gli errori, anzi gli orrori, che sono stati commessi passino per "favolette".
Dachau non è il peggiore dei campi di concentramento di Hitler; lì le persone più che uccise sono state rinchiuse, ma non per questo gli orrori sono meno orrendi, le pressioni meno oppressive, le brutalità meno brutali, la cattiveria meno cattiva.
Quando io ho visitato Dachau era una giornata uggiosa e malinconica, che si è trasformata in una bella giornata di sole quando poi ci siamo allontanati dal campo di concentramento.

Speriamo che la storia possa fare lo stesso: essere uggiosa e triste se pensiamo alle atrocità del passato, ma che possa essere come una giornata in cui sole torni a splendere.

Scrivere per non dimenticare... troppi fogli sono stati lasciati bianchi, troppe parole non sono state dette, troppe cose sono state dimenticate o sminuite... non smettiamo di parlarne, impariamo dal passato e costruiamo un futuro.

Leila

mercoledì 20 maggio 2009

Il foglio bianco...

Chissà perché scrivere fa così paura? Forse non è tanto la sindrome da foglio bianco a colpirci, quanto piuttosto il timore di esprimerci, la paura di esporci agli altri con tutti i nostri limiti e le nostre debolezze. Ma forse possiamo vincere la nostra insicurezza e utilizzare questo spazio per esprimere a "tutto tondo" quello che proviamo...
Vogliamo riempire queste povere pagine bianche? Non chiedono altro.
Maghetta