lunedì 25 maggio 2009

DACHAU: LA STORIA NON DEVE RESTARE UN FOGLIO BIANCO!

DACHAU. MONACO. 22 maggio 2009

Ho deciso di vincere la paura da foglio bianco, cioè di esprimere ciò che si pensa, paura abbastanza comune.... Questo non è proprio un foglio quindi è più facile scrivere qui.
Mi piace l'idea di mettere nero su bianco le sensazioni, non di certo piacevoli, provate (da me) a Dachau, il campo di concentramento nei pressi di Monaco.

Dachau. Questo posto sa di morte. Ci sono state migliaia di vittime in quel campo maledetto.
Si entra... Arbeit macht frei... tutti noi sappiamo cosa significa... il lavoro rende liberi... oltre al danno di essere lì anche la beffa di far credere che facevano loro un favore rinchiudendoli.
La depravazione e la perversione che si respirano tra quei muri, in quelle stanze ci fanno sentire la vita di quelle persone, o meglio, la morte di quelle persone...c'è odore di urina, di sudore, di duro lavoro, di sangue, di percosse, di violenza, di paura, di corpi ammucchiati come bestiame, di persone che hanno perso la dignità che è anche peggio di perdere la vita.
L'idea che più raccapriccia è il livello di crudeltà e sadismo che le persone riescono a raggiungere.... persone... per loro "persone" è alquanto fuori luogo... sarebbe meglio definirle bestie, perché è a loro che assomigliano di più...
Non c'è bisogno che vi dica io gli orrori commessi dal nazismo e da Hitler. L'olocausto per milioni di innocenti, l'atroce agonia... l'unica colpa dei prigionieri? L'essere diversi dall'ideale di Hitler.
I gruppi di prigionieri non potevano essere più eterogenei e si nota dai simboli sulle casacche
-la stella gialla a cinque punte: gli ebrei;
-il triangolo rosso: i prigionieri politici;
-il triangolo rosa: gli omosessuali;
-il triangolo viola: i testimoni di Geova;
e ancora molti e molti fra cui portatori di handicap, zingari... di cui però non ricordo il simbolo...
Tutto nel campo puntava a distruggere l'individuo e la sua unicità e faceva pressione sull'appartenenza a un determenato gruppo, logicamente in negativo, in quanto era quello il motivo per erano rinchiusi lì .
La storia non va dimenticata, c'è chi ancora definisce queste atroci sofferenze solo una leggenda. È per questo che non dobbiamo permettere che gli errori, anzi gli orrori, che sono stati commessi passino per "favolette".
Dachau non è il peggiore dei campi di concentramento di Hitler; lì le persone più che uccise sono state rinchiuse, ma non per questo gli orrori sono meno orrendi, le pressioni meno oppressive, le brutalità meno brutali, la cattiveria meno cattiva.
Quando io ho visitato Dachau era una giornata uggiosa e malinconica, che si è trasformata in una bella giornata di sole quando poi ci siamo allontanati dal campo di concentramento.

Speriamo che la storia possa fare lo stesso: essere uggiosa e triste se pensiamo alle atrocità del passato, ma che possa essere come una giornata in cui sole torni a splendere.

Scrivere per non dimenticare... troppi fogli sono stati lasciati bianchi, troppe parole non sono state dette, troppe cose sono state dimenticate o sminuite... non smettiamo di parlarne, impariamo dal passato e costruiamo un futuro.

Leila

mercoledì 20 maggio 2009

Il foglio bianco...

Chissà perché scrivere fa così paura? Forse non è tanto la sindrome da foglio bianco a colpirci, quanto piuttosto il timore di esprimerci, la paura di esporci agli altri con tutti i nostri limiti e le nostre debolezze. Ma forse possiamo vincere la nostra insicurezza e utilizzare questo spazio per esprimere a "tutto tondo" quello che proviamo...
Vogliamo riempire queste povere pagine bianche? Non chiedono altro.
Maghetta